Migliori album musicali stranieri in Italia degli anni ’70

Dopo esserci completamente concentrati nei due maggiori paesi latinoamericani, è tempo di mostrare il nostro interesse verso l’Italia, non solo per la sua importanza relativa tra i paesi europei, ma anche perché non molto è noto.

Infatti nelle vecchie riviste si trovano molte meno affermazioni di vendita, inoltre le informazioni cartografiche sono piuttosto frammentarie e gli sforzi fatti per mettere un po’ d’ordine hanno aiutato solo in parte a comprenderle.

Il risultato è che la nostra conoscenza di questo importantissimo mercato è al massimo frammentaria e, sicuramente, è necessaria un’ulteriore attenzione.

Dall’Italia, ad esempio, sappiamo quanto fosse dominante il rock progressivo nella prima metà del decennio, con i Pink Floyd che emergevano come uno dei favoriti di tutti i tempi per il grande pubblico, mentre anche l’hard rock si esibiva bene.

Mentre con il passare degli anni la musica pop e la disco in particolare hanno iniziato a guadagnare quote di mercato fino a quasi dominarlo verso la seconda parte degli anni ’70. Questo potrebbe non essere molto diverso da quanto osservato in Brasile e Messico, ma le cose potrebbero essere state più estreme in Italia.

C’era qualcos’altro? Come si sono esibiti gli artisti neri? E la colonna sonora? O cosa è successo con artisti affermati degli anni Sessanta come i Beatles (e i loro membri solisti) o i Rolling Stones ?

Sorgono una serie di domande, quindi questa sarà un’opportunità molto interessante per capire di più su un mercato chiave del continente.

È importante ricordare, come abbiamo fatto nella nostra analisi precedente, che l’Italia è un mercato cruciale dal punto di vista grafico, non solo per la sua grandezza, ma anche perché non sono disponibili molte informazioni. È particolarmente vero quando andiamo più indietro nel tempo.

Non è così facile come si possa pensare sapere chi è stato popolare in un determinato momento in una determinata area. In effetti, del resto, la grande maggioranza dei dati che usiamo per misurare il successo degli artisti è corrotta da decenni di azione sui cataloghi.

I nostri articoli CSPC racchiudono tutto insieme, da ogni parte, da ogni formato e da ogni periodo. I pezzi di Streaming Masters si concentrano sulla forza dei cataloghi negli ultimi anni. Da parte loro, le mappe di calore globali mostrano i mercati caldi degli artisti a partire da oggi.

Cosa succede se ci immergiamo davvero nel passato? Cosa ascoltavano adolescenti, giovani adulti e anziani in Italia circa 45 anni fa?

Fortunatamente, Discogs, che sembra essere uno strumento meraviglioso per fare luce su aree oscure in termini di vendite , è qui per salvarci.

In questo articolo, elencheremo i loro primi 10 singoli stranieri più posseduti di ogni anno ’70 in Italia. Il metodo è tutt’altro che perfetto: alcune di queste canzoni sono state pubblicate più volte in questo mercato, in formati distinti, in momenti diversi.

Alcuni artisti, in particolare gruppi rock, vengono raccolti anche molto più di altri in Discogs. Tuttavia, i risultati sono perspicaci. In effetti, da quando i CD hanno preso il sopravvento sugli LP nei primi anni ’90, il numero di proprietari di questi vinili non è corrotto dalle successive vendite su catalogo.

Che alcuni artisti siano più raccolti di altri è fastidioso, ma poiché lo sappiamo, possiamo spiegarlo nei nostri commenti. Inoltre, non importa quanto i collezionisti adorino alcuni artisti, la verità è che tutti loro hanno avuto molto successo e figurano ancora all’interno di una top 10 annuale. Preparati per alcune vere sorprese!

Gli album stranieri più venduti in Italia negli anni ’70

Come accade in quasi tutte le classifiche degli anni ’70 compilate finora, indipendentemente dal paese in questione, il decennio inizia con i prodotti legati ai Beatles che dominano il tutto.

In questo caso, è My Sweet Lord di George Harrison a raggiungere la vetta della classifica degli anni ’70 con 224 titolari, essendo l’unico singolo a superare la soglia dei 200. Inoltre, i due ultimi grandi singoli dei Beatles sono stati venduti in un’unica occasione.

Inoltre, anche gli ultimi due grandi singoli dei Beatles rientrano nella Top 5: Let It Be al numero 2 e The Long And Winding Road al numero 4, mentre Instant Karma di John Lennon si piazza al numero 5.

D’altra parte, l’hard rock e l’heavy metal sono rappresentati anche in Italia, come in altri Paesi, segno che siti come Discogs privilegiano questo tipo di musica.

Paranoid dei Black Sabbath è l’unico singolo che rompe l’egemonia dei Beatles nella Top 5 e anche Black Night dei Deep Purple entra nella Top 10.

Inoltre, i Creedence Clearwater Revival riconfermano il loro status globale con un brano al numero 10, Travellin’ Band. Oltre alle 10 posizioni principali, oltre ad altri brani dei Beatles, troviamo anche materiale come Moby Dick dei Led Zeppelin e Ohio di Crosby, Still, Nash & Young, oltre ad artisti come Badfinger e Sly And The Family Stone.

Aiutata dalla collaborazione del compositore italiano Ennio Morricone e dal film, anch’esso italiano, Sacco & Vanzetti, Joan Baez conquista una sorprendente vetta delle classifiche con Here’s To You, che ha una forte presenza di 278 titolari.

Questa inclusione è quantomeno ancora discutibile, visti i fattori locali che influenzano il progetto. (Is This The Way) To Amarillo di Tony Christie si piazza al numero 2 e We Shall Dance di Demis Roussos al numero 3.

George Harrison non è solo una forte entrata nella Top 10 ma, ancora una volta, il principale ex membro dei Beatles in questa classifica, nonostante gli impegnativi progetti solisti di quasi tutti loro in quel decennio.

Bangla Desh è al numero 5, anche se Another Day di Paul McCartney e Imagine di John Lennon non sono poi così lontani.

Ancora una volta sono rappresentati i Creedence Clearwater Revival e i Deep Purple.

Al di fuori della Top 10, troviamo altri singoli di George Harrison, alcuni primi classici di Rod Stewart e Sony & Cher con All I Ever Need Is You, mentre, per la maggior parte, emerge una tendenza importante con una grande presenza di incursioni nel rock progressivo.

Questo è incarnato da Aqualung dei Jethro Tull e da brani degli Uriah Heep. Quest’ultima caratteristica è stata osservata anche in Brasile e in Messico, ma l’Italia è stata un mercato speciale per questo sottogenere, come dimostreranno le ultime classifiche.

Il tema de Il Padrino ha regalato all’universo delle colonne sonore il secondo brano di fila in vetta alle classifiche, ancora una volta aiutato dalle influenze italiane che circondano il film.

È così che il brano di Santo & Johny finisce al primo posto con Il Padrino. Inoltre, se il rock progressivo è stato dominante in questa prima metà del decennio, il gruppo che ne ha tratto i maggiori benefici è stato senza dubbio quello dei Pink Floyd, questa volta con due singoli nella Top 5: One Of These Days chiude l’anno al numero con 226 proprietari, solo 5 sotto il numero 1, e Free Four al numero con 144 proprietari.

Due grandi artisti solisti britannici: David Bowie entra in classifica al numero 5 con Starman ed Elton John si piazza al numero 7 con Rocket Man.

In fondo alla Top 10 compaiono anche artisti del calibro di Deep Purple, T. Rex e John Lennon. Dietro i singoli della Top 10 si trovano, a parte i Bee Gees e Altogether Now dei Beatles, soprattutto brani di rock progressivo, tra cui più Pink Floyd.

Il 1973 vede una forte e insolita continuazione dell’anno precedente, con i Pink Floyd che brillano ancora una volta e monopolizzano le prime tre posizioni, cosa che non era accaduta in nessuna delle precedenti analisi per il Brasile o il Messico.

Point Me At The Sky non è stato solo il brano di punta dell’anno, ma anche un’altra versione del brano si è piazzata al numero 3, con un totale di 310 proprietari.

Vale la pena di notare che questa canzone è stata originariamente pubblicata nel 1968, ma sembra che, almeno in Italia, abbia goduto di diverse ristampe e sia diventata una sorta di cult tra i fan del gruppo, il che significa che è improbabile che questa canzone abbia ottenuto grandi vendite commerciali nonostante la sua grande visibilità.

L’unico album pubblicato nel 1973 è, ovviamente, The Dark Side Of The Moon, probabilmente l’album straniero più venduto in Italia. Non è quindi una sorpresa vedere il suo brano simbolo, Money, al secondo posto.

Al di là del dominio dei Pink Floyd, osserviamo più singoli legati ai Beatles, con My Love di Paul McCartney al numero 4, Mind Games di John Lennon al numero 7 e Live And Let Die dei Wings al numero 8.

I Rolling Stones entrano di nuovo in classifica con il loro classico Angie, uno dei brani più popolari e amati degli anni Settanta.

L’R&B è rappresentato da Superstition di Stevie Wonder nella Top 5, che anticipa le successive entrate di altri artisti neri, alcuni dei quali non erano altrettanto noti.

Al di sotto della Top 10, ci sono altri singoli di Paul McCartney e uno di Ringo Star con Photograph. Il rock/pop mainstream è rappresentato da artisti come Suzy Quatro e The Sweet, per citarne alcuni.

Carl Douglas riesce a piazzare la sua canzone Kung Fu Fighting in cima alla classifica del 1974 con ben 211 titolari, il che non dovrebbe sorprendere più di tanto, non tanto per l’artista quanto per la popolarità raggiunta da questo brano all’epoca.

The Sound of Philadelphia è un’entrata molto più inaspettata, così come Rock The Boat dei The Hues Corporation.

Anche gli Abba fanno una forte impressione in questa classifica, con Waterloo e Hasta Mañana nella Top 10. Questo sarebbe normalmente prevedibile, ma è importante notare che l’Italia è stato uno dei mercati meno favorevoli per la band svedese, ma sembrerebbe che il mercato dei singoli sia stato molto migliore per loro rispetto a quello degli album in Italia.

Questa volta, a differenza della precedente, Suzy Quatro raggiunge la Top 10 con 48 Crush, così come i Commodores con Machine Gun, affiancati da altri artisti black meno popolari che – almeno in Italia – hanno avuto un certo impatto.

Diamond Dogs e Knowck On Wood di David Bowie, Mrs. Vandeblit di Paul McCartney sono tra i pezzi forti al di sotto della Top 10, dove si trovano anche altri brani di The Sweet e Stevie Wonders.

Il 1975 è stato probabilmente il grande anno di David Bowie, dopo essere apparso in buona forma durante il precedente. Fame è in cima alla classifica con 192 titolari, mentre Young Americans è al numero 5, il che significa che sono due le voci di questo leggendario artista.

Il resto della classifica annuale è dominato dal sound proto-disco che emergerà in modo molto più trionfale negli anni successivi, come You’re The First, The Last, My Everything di Barry White, che si piazza alla posizione numero 2, e i classici Reach Out, I’ll Be There e How High The Moon di Gloria Gaynor, rispettivamente alla posizione numero 3 e 9.

Gli artisti neri sono stati maggiormente rappresentati non solo in questi ultimi due, ma anche, come anticipato, in voci come quelle ottenute da Labelle, Esther Phillips, People’s Choice o Black Blood.

Nella Top 10 manca, tra le altre, I Do, I Do, I Do, I Do, I Do, I Do, accompagnata da brani iconici di quel decennio come Mandy di Barry Manilow o Born To Run di Bruce Springsteen, oltre a brani di George Harrison, Fleetwood Mac e Suzy Quatro.

Considerando la forza di questo artista messicano in Italia per gran parte degli anni ’70, è stato un po’ sconcertante non vederlo negli anni passati, ma questo è compensato da un singolo da classifica, Europa, che colloca Santana nella nostra classifica per la prima volta.

Questo brano eclissa canzoni d’autore come Fernando degli Abba, che arriva al numero 2, e Daddy Cool dei Boney M, che raggiunge il numero 3, in entrambi i casi non molto distanti dalla vetta.

Questi ultimi due brani, tuttavia, sembrano essere stati più adatti a ciò che si ascoltava all’epoca, dato che The Best Disco In Town della Ritchie Family e, in particolare, That’s The Way (I Like It) della KC And The Sunshine Band si piazzano rispettivamente al numero 6 e al numero 8, e che anche altri brani come Don’t Go Breaking My Heart di Elton John e – per la prima volta – Somebody To Love dei Queen riescono a entrare nella Top 10.

Honky Tank Train Blues di Keith Emerson è un altro strano ingresso, da questo punto di vista, e un’ulteriore testimonianza della forte base di fan raggiunta dal rock progressivo in Italia.

Oltre a Fernando, gli Abba sfiorano la Top 10 con Dancing Queen, mentre artisti come Donna Summer, con Love To Love You e Could It Be Magic, e i Rolling Stones, con Fool To Cry, non riescono nell’impresa, ma compaiono discretamente nella Top 50 allargata.

Se Donna Summer aveva già fatto due solide apparizioni nel 1976, questa volta si impone con I Feel Love al primo posto, con ben 324 titolari, una cifra superiore a quella degli anni precedenti e una prova di quanto fosse forte il mercato dei singoli all’epoca.

Don’t Let Me Be Misunderstood dei Santa Esmeralda è un’altra forte aggiunta al numero 2, il che non sorprende visto che questo gruppo aveva raggiunto un grande status anche in Brasile e in Messico.

E, naturalmente, è impossibile non citare Stayin’ Alive dei Bee Gees al numero 3, con un numero di copie pari a quello dei Bee Gees. Alive dei Bee Gees al numero 3, con ben 269 proprietari, che avrebbero garantito a questo disco una sicura posizione numero 1 se fosse stato pubblicato negli anni precedenti.

L’anno 1977 sembra essere più vario ed eclettico del precedente, come dimostra la presenza di La Vie En Rose di Grace Jones, Heroes di David Bowie o Trans Europe Express dei Kraftwerk.

Sheila B. Devotion riesce ad entrare nella Top 10 per ben due volte, entrambe con un buon numero di titolari. La colonna sonora de La febbre del sabato sera ha inoltre permesso a Disco Inferno, dei The Tramps, di sfiorare la Top 10, mentre Al Stewart, i Queen e i Sex Pistols sono presenti all’interno della Top 50.

Considerato il contesto musicale, Wuthering Heights di Kate Bush finisce nel 1978 come un brano in cima alle classifiche piuttosto insolito o particolare, nonostante il suo culto e il suo fascino duraturo.

All’epoca era una sorta di novità. Ebbe un mega-successo in alcuni paesi e qui accumula niente meno che 447 proprietari, il maggior numero registrato in questo decennio.

Quasi tutto il resto della Top 10, contrariamente a quanto detto sopra, è molto più calzante e in sintonia con ciò che ci si aspetterebbe normalmente, in quanto comprende tre brani derivati dalla colonna sonora di Grease, You’re The One That I Want al numero 2, Grease al numero 6 e Summer Nights al numero 10.

Anche Rasputin dei Boney M e I Will Survive di Gloria Gaynor raggiungono la vetta.

In questa Top figurano altri due artisti affermati. Do Ya Think I’m Sexy di Rod Stewart e Miss You dei Rolling Stones si piazzano rispettivamente al numero 5 e al numero 10 della classifica. Appena fuori ci sono anche Bicycle Race dei Queen, It’s A Heartache di Bonnie Tyler, più altri brani di Kate Bush e alcuni Bee Gees.

Per concludere il decennio, i Buggles si aggiudicano non solo la corona annuale, ma anche quella dell’intero decennio, dato che il loro Video Killed The Radio Star si piazza al primo posto con la sbalorditiva cifra di 606 titolari, superando di gran lunga qualsiasi altro brano degli anni ’70.

Funkytown dei Lipps Inc e Tragedy dei Bee Gees non sono estranei alla Top 10, così come Michael Jackson con il suo primo successo internazionale come artista adulto, i Police con Message In A Bottle – dato che sia loro che Sting, più tardi, come solista, stavano per diventare grandi star in Italia – e, naturalmente, i Pink Floyd che arrivano prevedibilmente in alto con Another Brick In The Wall.

Born To Be Alive di Patrick Hernandez si presenta in ottima forma al numero 2, con ben 346 titolari, e Goodnight Tonight dei Wings chiude la Top 10.

Al di là della Top 10, alcuni molto vicini ad essa, ci sono stati molti grandi singoli classici, a dimostrazione di quanto il mercato dei singoli stesse diventando competitivo verso l’ultima parte del decennio.

Status Quo, Supertramp, Bee Gees, Chic, due brani di Donna Summer e altri due dei Queen sono tra le voci citate.

Contenuto liberamente ispirato a: https://chartmasters.org/2019/07/going-through-italys-top-foreign-singles-sellers-of-the-70s/

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